Se soltanto fossimo un po’ più santi…

L’editoriale di Gesualdo Purziani

È composta da cinque capitoli per aiutare tutta la Chiesa a promuovere il desiderio della santità l’esortazione “Gaudete et Exsultate” uscita lunedì scorso, in cui papa Francesco ha affrontato il tema della chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.

“Il mio umile obiettivo – si legge nell’introduzione – è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità”. Uno sguardo ai giovani, ai deboli, ai migranti a cui guardare con discernimento e spirito cristiano.

“Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità”. Questa chiamata, scrive Francesco, con “i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”, può riguardare tutti.

Non bisogna, ricorda il Pontefice, accontentarsi di “un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente”.

Quanto è bello questo invito, profuma di primavera, di vita nuova. Se ci pensiamo, la nostra felicità, nonostante il dolore e le fatiche che non risparmiano nessuno, sta proprio qui, nella nostra volontà di fidarci, nel mettere da parte il nostro testardo modo di pensare per acccettare una proposta esigente, è vero, ma che è la chiave di volta della nostra realizzazione.

Mi pare fosse Roul Follereau, l’apostolo dei lebbrosi a dire che c’è soltanto una vita che può definirsi ‘fallita’, quella egoista.

Rilancia ancora una volta, il Papa, smuove, stimola, invita, esorta. Non si rassegna ad una Chiesa stanca e lamentosa. La vuole viva, come il suo Signore.

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