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L’editoriale di Gesualdo Purziani

“Sono su un treno regionale, sto andando a una presentazione del mio libro, fuori una pioggia obliqua cade contro i finestrini.

Il treno ferma a una stazione di cui non leggo il nome, alla stazione sale un ragazzo disabile, lo portano su in tre. Il ragazzo è in carrozzina e ha il busto piegato in avanti da un’evidente malformazione. Lo spazio del vagone riservato alle carrozzine è occupato da due ingombranti valigie, il controllore dice a voce alta: ‘Di chi sono questi bagagli?!’ senza ottenere risposta, allora urla e d’un tratto un uomo sui cinquanta si volta da due sedili più avanti, il controllore lo vede e gli intima: ‘Li sposti subito, per piacere’. L’uomo sui cinquanta si alza, va a prendere le valigie e lamentandosi si lascia sfuggire la frase, a bassa voce “Perché questi non se ne stanno a casa invece di andare in giro”.

Lo sente una signora sui settanta seduta di spalle. Si alza, si volta, si piazza davanti all’uomo, gli dice: ‘Lei si dovrebbe vergognare, perché non se ne sta a casa lei invece di andare in giro e costringerci a sentire le sue sciocchezze!’ L’uomo guarda la signora da sotto in su e risponde: ‘Ha ragione’, dice l’uomo all’improvviso. ‘Mi scusi, scusatemi tutti, sono stanchissimo e ho proprio esagerato’. Un istante dopo l’uomo si alza, va verso il ragazzo disabile, si ferma davanti a lui.

‘Scusami davvero’, dice, ‘sono un imbecille’. Il ragazzo alza gli occhi. ‘Tranquillo’, gli dice. ‘Da quello se vuoi si può guarire”.

Che sollievo leggere queste righe, in mezzo ad un mare di sciocchezze, insulti, banalità estive, emergenze vere ed inventate. La signora coraggiosa ha compiuto un piccolo, grande miracolo: vincere l’indifferenza e dire da che parte sta!

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