La donna che visse di sport

di Paolo Pizzi

Un emozionante ricordo di Gioia Titti, tra le prime donne senigalliesi che scelsero, non senza fatica, la professione sportiva

Per una ragazza non è semplice trovare spazio in uno sport. A Senigallia i “maschietti” sono i padroni del campo: dominano nel calcio, nel nuoto, nel pattinaggio, nel ciclismo e nel pugilato. Non c’è niente da fare: non è un problema di capacità, ma di mentalità. A scuola non ci sono i Giochi della Gioventù per poter promuovere qualche disciplina sportiva “al femminile”; eppure, prima della seconda guerra mondiale una ragazza senigalliese, Mariella Vignoli, è stata primatista italiana nel giavellotto, poi il nulla.

Gioia Titti al lancio del peso

Silverio Gresta, Carlo Travaglini, Rodolfo De Fari e sua moglie, Gemma Torelli e Mafalda Ferri sono insegnanti di ginnastica nonché appassionati sportivi nell’una e nell’altra veste sono alla continua ricerca di giovani da arruolare nelle loro allegre truppe sportive ma il loro compito si rivela irto di difficoltà. La Pro Patria Ancona è la società che si dedica all’atletica femminile e il suo presidente Bu- rattini gira tutta la provincia per trovare nuove adesioni.

A Senigallia Francesca Ferroni, Mirella Montagna e Gioia Titti accolgono il suo invito ma la severità degli allenamenti ed il fatto che si svolgono in Ancona determinano l’abbandono delle prime due ragazze. Non demorde però Gioia che è ben lieta di non doversi più recare allo Stadio di Senigallia ed effettuare i suoi lanci del peso e del disco negli spazi dietro le porte del gioco del calcio. Allo Stadio Dorico del capoluogo regionale c’è una pista vera e ci sono le pedane per i lanci. Gioia è ora più motivata a praticare il lancio del peso e, meglio ancora, quello del disco a lei più congeniale. L’allenamento non solo la diverte, ma il fatto di dover studiare e correggere ogni singolo movimento imposto dalla disciplina diventa anche una piacevole scoperta del proprio corpo.

Il raggiungimento della perfezione stilistica è ovviamente…

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