La differenza cristiana

L’editoriale di Gesualdo Purziani

Quanti problemi ci fanno da freno tutti i giorni, nella nostra Italia.Non si tratta solo dei pasti negati a quei bambini che non pagano abbastanza, ed è vergognoso che accada in una scuola dove si dovrebbe educare: un pasto uguale per tutti, senza che si sappia chi ha potuto versare la retta e chi lo deve alla carità. L’Italia, paese cattolico per eccellenza, è diventato il paese in cui si ha meno fiducia nel futuro, per i tanti motivi che creano ansia. Ha grande importanza la disorganizzazione delle istituzioni che non si curano di chi non ha un nome e cammina per le strade senza essere qualcuno. È preoccupante sapere che ci sono accampamenti di persone che vivono in attesa della fine di conflitti cruenti, vengono denunciate barbarie su bambini, ci sono giovani fermi ai vari confini che cercano di allontanarsi dalle loro terre dove il sangue scorre in modo bestiale. Dovremmo tutti pretendere di poter vivere in pace, non a parole ma con un chiaro piano politico, creando fiducia nei confronti del nuovo da accogliere insieme.

Si tratta di avere coraggio, il coraggio della verità, rifiutando le cose sbagliate, i cattivi esempi, ciò che porta danno alla società.

Giovanni Paolo II con quel suo “non abbiate paura” lo ha fatto, Papa Francesco lo sta facendo.

Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù diceva: “Tra voi non è così”, questa è la differenza cristiana.

Le nostre comunità devono scegliere: adeguarsi all’andazzo prevalente o scegliere di vivere la propria differenza, ritrovando i luoghi, il linguaggio, le relazioni attraverso i quali dire “non temete” a tutti coloro che hanno paura dei migranti, di fare figli, della solidarietà, del futuro in generale. Non temiamo di dare il meglio di noi stessi.

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