La bella favola da raccontare

L’editoriale di Laura Mandolini

“C’era una volta un bellissimo pianeta, un posto speciale nell’universo. Aveva il privilegio dell’azzurro del cielo, il brio delle spumeggianti onde del mare. C’era l’intenso verde degli alberi e delle colline, la maestà delle alte montagne. I fiori, i frutti, l’arcobaleno riempivano di colori una splendida tavolozza sempre nuova. C’era il continuo via vai di bambini, vecchi, giovani, uomini e donne dai volti che più diversi non si può. C’era il lavoro operoso, il sereno riposo; c’erano le parole dell’amore, il sorriso degli incontri, il silenzio dello Spirito. C’erano i curiosi ed i generosi, i capricciosi ed i brontoloni; gli stanchi ed i gioiosi, i saggi e gli invidiosi.
Chi andava e chi arrivava, chi combatteva e chi era ferito, chi sognava e chi non poteva nemmeno dormire. Questo è quanto gli uomini, da sempre, chiamavano vita”.

Suona di nuovo la campanella anche nella nostra scuola, torna il vociare rumoroso e melodioso dei bambini. Le aule, per troppo tempo in attesa dei loro piccoli abitanti, ritrovano il sorriso; le fotografie, i disegni, i giochi riposti per tante settimane, riprendono vigore, non vedono l’ora di farsi impiastricciare, stiracchiare, smontare e rimontare dalle agili manine.

La maestra chiude il libro, guarda uno per uno quei volti un po’ cresciuti da quando ci si era salutati per poi non ritrovarsi l’indomani: “Bambini, avete sentito, c’era una volta il pianeta Terra: s’era stancato di tutta quella fretta, di essere maltrattato, delle guerre e degli sprechi, dell’abbondanza e delle carestie. Ed un invisibile virus ha approfittato di questa stanchezza per arrivare, zitto zitto e rubare quanto di più prezioso c’era stato donato. Abbiamo avuto un po’ paura, ci siamo annoiati, abbiamo inventato di tutto pur di abitare ancora la grande casa chiamata mondo. E ora siamo di nuovo tutti insieme!”.

Un fragoroso applauso, condito di grida e sorrisi, ha salutato il ritorno a scuola. Piccoli occhi sgranati per tornare a meravigliarsi della vita, in ogni sua dimensione. Essere bambini ai tempi del virus.

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